venerdì 1 dicembre 2017

L'dentità come il piscio dei cani



Ho pisciato su ogni angolo del mio quartiere. Ora tutti gli altri cani capiranno che questo è il mio territorio!
(Un cane randagio qualsiasi)

La Serbia è ovunque ci sia una tomba serba
(Slobodan Milosevic, ex presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia e processato presso il Tribunale Penale Internazionale per crimini contro l’umanità commessi durante le guerre dell’Ex-Jugoslavia contro i musulmani di Bosnia e Kosovo)

In tutte le aule è presente un crocifisso così come all'ingresso e nel mio ufficio. Ogni anno ospitiamo "fratielle e surelle" nella nostra scuola per far conoscere, e apprezzare, la tradizione ai bambini. Non manca mai il precetto pasquale e il precetto natalizio.
(Angela Antonelli, Dirigente Scolastico della scuola Basilio Cecchi)

Non sono un criminale!
(Slobodan Praljak, militare croato dopo la sentenza del Tribunale Penale Internazionale che lo ha condannato a 20 anni per crimini di guerra perpetrati contro la popolazione musulmana della Bosnia)




Caro Ernesto Sica,
Non posso che ringraziarti di cuore!

Fake news o richiesta di chiarimenti che sia, la tua operazione è riuscita a far venire a galla tanta di quella merda dalla pancia degli stabiesi che se non ci fossi stato tu, forse difficilmente si sarebbe potuto avere un quadro così completo di una situazione al limite dell’osceno.

L’idea di massima che è risultata dalle dichiarazioni ufficiali e dai commenti su Facebook è chiara e limpida: la nostra identità ci serve solo ed esclusivamente per stabilire la nostra supremazia ed il nostro controllo sul nostro territorio. È un’identità fatta di simboli di cui ci ricordiamo quando ci sentiamo minacciati, non certo per approfondire il nostro quotidiano modo di vivere e vedere il mondo. Sono simboli che ci servono a marchiare il territorio come fanno i cani con il loro piscio.

Ora, io con te non me la voglio prendere perchè tu porti semplicemente avanti un discorso politico-culturale che si basa sulla difesa identitaria/iconica del territorio nazionale dall’”altro” e dal “diverso”. È fisiologico che ogni Stato abbia i suoi Milosevic, le sue Le Pen e così via, per cui va bene così, è il tuo lavoro. Il problema sono tutti gli altri e le loro reazioni del genere “casa nostra, cultura e simboli nostri. Minoranza, taci e possibilmente torntene a fanculo a casa tua!”

Cominciamo con la preside della Basilio Cecchi. La sua reazione ha dimostrato che il suo pensiero è fondamentalmente uniforme al tuo: ha marcato il territorio con le croci, quindi non rompete le scatole. Sta difendendo tutti benissimo. Quindi tutto ok, il popolo stabiese di Facebook ,"dell’Italia agli italiani", può stare tranquillo e dormire sogni tranquilli.
Io invece non sto tranquillo perchè questo pensiero è stato rilanciato da un’autorità scolastica e culturale e la cosa mi fa seriamente paura perchè sono autorizzato a pensare che verso quei bambini sia veicolato un messaggio secondo cui la nostra è la sola cultura che conta, sena spazio per gli eventuali "altri".
I miei dubbi risiedono proprio nel chiedermi in quale vortice di ostilità saremmo finiti se in quella scuola ci fosero veramente stati dei musulmani. 

Una scuola in cui viene promossa la sola cultura maggioritaria, dove puoi sentire solo i canti napoletani di fine ‘800 a scapito delle minoranze etniche presenti, sarebbe semplicemente un luogo di esclusione. Le minoranze potrebbero mai sentirsi parte della cittadinanza (intesa come comunità civile e politica) se venissero messe perennemente all'angolo senza la minima possibilità di raccontarsi? Non è forse da queste esclusioni che nascono le radicalizzazioni ed i conflitti etnico-religiosi? Ecco, questa è la scuola in cui si usa l’identità come il piscio dei cani ed ho il vago sospetto che sia questa la scuola che tu immagini, caro Ernesto. Spero che la Preside non intendesse altrettanto.

Precisiamo: una scuola dove nessuno canta le sue canzoni è semplicemente una scuola arida, quella scuola che i benpensanti e buonisti di sinistra chiamano “scuola laica”, anche se fa molto rima con atea. Una scuola del genere lascia disarmati davanti alla diversità e non educa affatto.

Io mi auguro che le autorità scolastiche siano promotrici di una scuola liberale dove lo spazio sia garantito alle varie identità. Per fare un esempio tutto natalizio, sarebbe ottimo se i bambini cristiani spiegassero al bambino musulmano cosa festeggiamo il 25 dicembre e che allo stesso modo il bambino musulmano spiegasse agli altri che il 1° dicembre lui festeggia la nascita di Maometto. Credo che con questo percorso i nostri bambini potrebbero evitare per il futuro schifezze come il massacro di Srebrenica o la strage della Domenica delle Palme.

Al di là di ciò che i nostri bambini possono vedere o sentire a scuola, mi fa molto paura anche ciò che essi possono sentire o vedere a casa.

Ho letto i commenti sotto i link recanti i tuoi comunicati. Hai fatto venire a galla il meglio del peggio ed hai fatto uscire allo scoperto un bel po’ di gente che, avendo studiato presso la legge della strada (non me la sono inventata, l’ho proprio letta), parla in maniera estremamente negativa dei paesi musulmani chiaramente senza esserci mai stato, come se fossero tutti la stessa cosa. Vedo molto difficile per loro la possibilità di cambiare mentalità. Ad oltre quarant’anni, fare cambiare idea a queste persone non sarebbe facile. Si potrà solo lavorare sui figli per sperare che non vogliano anche loro i Milosevic di turno in futuro.

È un lavoro urgentissimo quello che va fatto verso le nuove generazioni. Me ne sono reso conto in questi giorni, quando i Croati hanno trattato come un eroe nazionale Slobodan Praljak, nonostante ciò che ha combinato. Le nuove generazioni, siano esse maggioranza o minoranza etnica, vanno educate al rispetto reciproco al più presto, altrimenti i nuovi Milosevic e Praljak, quelli che scrivono che la Destra è l’ultimo baluardo contro l’invasione (cito sempre da Facebook), avranno un giorno abbastanza spazio e abbastanza voti per nuove Srebrenica e legittimeranno a loro volta la nascita di nuovi Al-Baghdadi ed il muro contro muro fra identità non finirà mai

Ultima postilla per chi dice che la Destra è l’ultimo baluardo contro l’invasione. Preferirei che diceste ultra-destra. Io mi definisco di destra e propugno anche un certo patriottismo...ma non sono nazionalista e xenofobo.