domenica 26 agosto 2012

L'economia dei beni confiscati alle mafie.

Da pochi giorni è uscito un comunicato stampa dell'Asharam che è stato pubblicato da Metropolis. Ho letto la questione integrale e  mi vorrei concentrare sul problema infinito che il comunicato stampa denuncia: la mancanza di risorse per andare avanti e la chiusura del centro a seguito di tali carenze.
Pensando a queste cose, sorge spontanea una domanda: questo problema di risorse economiche è un fatto tutto stabiese o è generalizzato e fisiologico di tutti i beni confiscati?
Dopo aver cercato di approfondire un po' la questione, la risposta sembra la prima: questo è un problema stabiese ed il problema sembra proprio risiedere nella mancanza di una autosufficienza economica.
Se prendiamo per esempio un altro bene confiscato, "Le Terre di don Peppe Diana - Libera Terra" , si può notare come quel centro riesca ad andare avanti producendo e vendendo mozzarella di bufala, grazie anche alla costituzione di una cooperativa sociale ed ai rapporti intessuti con Coldiretti.
Stessa cosa vale per la NCO -Nuova Cucina Organizzata , un bene sequestrato che è diventato una pizzeria che ha come concept l'inserimento dei portatori di handicap (infatti, per quanto ho letto, tutti i camerieri sono appunto disabili).
Quindi sorge spontanea un'altra domanda: cosa ha di diverso l'Asharam per cui non è economicamente autosufficiente? In primo luogo il tipo di bene: alcuni appartamenti all'interno di un palazzo antico. Già questo rappresenta un problema perchè un bene di questo tipo non mi sembra prestarsi ad un'attività economica.
In secondo luogo il concept: prima assistenza agli stranieri. E' brutto dirlo, ma non è di per sè un'attività che frutta, ma si tratta anzi di un servizio di welfare, di assistenza e, in quanto tale, costoso.
A questo punto, come si può fare per far rimanere in vita un'attività così importante, ma esposta ad una tale anti-economicità?
L'opzione "assistenza statale perenne" mi sembra da scartare subito. Per me lo stato deve aiutare gli individui ed i gruppi di individui ad essere quanto più autonomi possibili dallo stato stesso e credo che in questo caso una via sia percorribile. Dalle parti della Cassarmonica c'è un bar che è stato da diverso tempo sequestrato alla camorra e che ora giace in stato di abbandono.... io credo che quel bar possa essere la soluzione. Io non conosco le procedure burocratiche, ma, semplificando, se il comune cedesse quel bar al consorzio S.O.L.E. e quest'ultimo lo affidasse all'Asharam (che nel frattempo dovrebbe però creare una cooperativa sociale), con un sistema di vasi comunicanti i volontari dell centro potrebbero tranquillamente far fronte alle spese che l'appartamento di Santa Caterina comporta.
Penso che sia una cosa meritata, visti i risultati raggiunti in questi ultimi anni e che cito testualmente dal comunicato stampa:



Con il nostro progetto "Asharam Santa Caterina” in questi anni: abbiamo dato ospitalità a 1550 migranti per un totale di 16.800 posti letto/notte; con lo Sportello InformaMigrante abbiamo svolto oltre 2.500 pratiche Migranti/Italiani; abbiamo tenuti corsi di italiano per oltre 400 Migranti; abbiamo assistito i Migranti nell'ottenimento dell'assistenza sanitaria (STP); abbiamo tenuto (sui temi della Legalità, dell'Antimafia, della Coesistenza Pacifica Nonviolenta, dei Diritti e Doveri dei Migranti e della loro Integrazione) conferenze, dibattiti, cineforum, campi di lavoro (di cui due internazionali), incontri con scuole, con associazioni, organizzato la partecipazione a manifestazioni nazionali e ai World Social Forum.


A me sembra la migliore soluzione immaginabile ma....discutiamone!


giovedì 23 agosto 2012

Georadar, condoni ed altre piccole/grandi truffe!!!

Lo chiamano "Caso Varano" ed ho l'impressione che per "caso" qualcuno voglia salvare qualche "casa" e basta (le sdolcinate parole sul patrimonio archeologico mi sembrano solo fumo negli occhi). Leggendo i seguenti articoli, uno in merito alle dichiarazioni di Bobbio , uno relativo alla seduta della commissione urbanistica ed un altro in merito alla richiesta di convocazione del consiglio comunale, mi sono reso conto di due cose alle quali bisognerebbe stare un po' attenti:

1) cosa intendono i consiglieri comunali per "valutazioni a 360°"? L'ambiguità che sento in queste parole mi fa rabbrividire....che diavolo c'è da valutare? E' possibile essere più chiari? Spero che i 360° consistano solo nelle modalità e nei tempi di sfratto per chi abita da quelle parti perchè alle sole più superficiali analisi della soprintendenza sono emersi  una necropoli e la cinta muraria di una villa rustica e quindi vorrei sapere quali incertezze possano mai permanere per il resto del territorio...spero che qualche amico archeologo possa lasciare nei commenti qualche notizia in più.

2) la tecnologia GEORADAR. Spacciano questa tecnologia come sistema per capire cosa ci possa stare sotto terra, ma non sanno (o non vogliono far sapere) che è piuttosto inattendibile e spesso i risultati vanno interpretati (e, si sa, dalle parti nostre con una bella mazzetta si possono dare tutte le interpretazionipiù comode).
Per chi volesse approfondire la questione della tecnologia georadar, qui potrà scaricare una nota tecnica esaustiva (basta cliccare, nella pagina che comparirà, sul bottone grigio con sopra scritto "slow speed download"). Io mi limito a far notare alcuni aspetti che rendono questa tecnologia poco affidabile:
  • Già a 3 metri di profondità le immagini cominciano ad essere molto sfocate o comunque a bassa risoluzione, per cui i  risultati vanno spesso interpretati.
  • I risultati diventano ancora più incerti quando il suolo e composto da strati di più materiali.
  • Il georadar funziona con una sonda che striscia per terra, emana un'onda elettromagnetica e poi la riprende per capire cosa c'è nel sottosuolo ed ha grossi problemi se si ritrova con un ostacolo sul suo cammino, in quanto deve deviare la propria traiettoria.
  • Applicate i due punti precedenti alle ricerche sotto un palazzo: anche al piano terra un georadar avrebbe due problemi. Il primo è che prima di arrivare agli eventuali reperti, il segnale dovrà passare almeno per uno strato di marmo, uno di cemento ed infine per uno terra. Il secondo problema è che fra scale ed altri ostacoli la traiettoria si potrebbe facilmente deviare per poi falsare i risultati.
  • Per i resti archeologici vengono utilizzati georadar con onde ad alte frequenze (900-1000 MHz) e questi tipi di onde sono usate per ricerche a basse profondità (max 1 metro sotto terra), quindi vorrei sapere cosa ne uscirà se per caso i resti si dovessero trovare a 5 metri sotto il livello del suolo.
In particolare per le strututre abitative credo che sarebbe necessaria qualche ricerca più dettagliata e (purtroppo) più intrusiva, prima di lasciare per sempre sotto un palazzo una villa romana.
Spero che queste riflessioni vengano recepite da almeno un consigliere comunale e che siano riportate a questo consiglio monotematico che dovrebbe tenersi prossimamente perchè se è vero che il turismo è il futuro della nostra città e che l'archeologia è turismo, allora sarebbe il caso di evitare di giocare col futuro mio e degli altri giovani stabiesi.