lunedì 5 novembre 2012

SIRIA: non guardiamola da occidentali

Noi occidentali abbiamo un brutto vizio: siamo etnocentristi. Guardiamo tutto con le nostre categorie di pensiero ed in questo modo non capiamo cosa stia succedendo esattamente in zone extraeuropee. Il caso più importante è attualmente la Siria.
I nostri media leggono gli avvenimenti più o meno in questa chiave: quel mascalzone di Al-Assad è un feroce dittatore che uccide le sue genti senza motivo e gli nega la libertà e a questa situazione la popolazione siriana ha reagito con una grande rivoluzione per la liberà.
Forse questi ragionamenti potevano avere senso per la Primavera Araba, limitatamente alla Libia e alla Tunisia, ma in Siria le cose sembrano essere molto diverse.
Per quanto mi raccontano i professori islamisti della mia università, i fatti vanno contestualizzati in maniera molto diversa: questa guerra civile in realtà va inserita nell'eterno scontro fa sciiti e sunniti.
Mi spiego meglio: gli sciiti ed i sunniti corrispondono alle due confessioni principali dell'islam, le quali non si sono scisse in origine per motivi prettamente religiosi, ma per questioni politiche e poi hanno cominciato a creare delle differenze di carattere religioso. L'attuale rapporto fra le due confessioni è di profonda divisione e per certi versi ricorda quello fra luterani e cattolici nel '500 e nel '600. come se non bastasse, all'interno del mondo musulmano è nato da molti anni un movimento, originariamente egiziano, chiamato "i Fratelli Musulmani", che oramai è presente in buona parte degli stati islamici: Libia, Egitto, Giordania, Libano ed appunto Siria. Questo movimento (di natura politico/religiosa) ha costituito in Egitto una sorta di stato nello stato (provvedeva addirittura a servizi di "wellfare") ed è praticamente stato l'artefice della caduta di Mubarak e non a caso, gli americani stanno facendo di tutto per impedire che elezioni popolari lascino salire al potere questa sorta di partito (infatti, dopo la caduta di Mubarak, l'Egitto è retto da una specie di giunta militare). Il problema è che tale movimento sembra avere basi fondamentaliste molto preoccupanti, oltre ad un consenso popolare molto ampio. Anche nella più o meno democratica Giordania, il re ha sciolto il parlamento per 3 volte consecutive a seguito della vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani.
Torniamo però alla Siria: se nei due paesi sopracitati la popolazione ed i governanti sono comunque sunniti, in Siria Al-Assad fa parte di una setta vicina alla confessione sciita (pensate un po', non è neanche membro dell ramo principale) e questo gli ha complicato non poco la vita. appena le condizioni si sono rivelate propizie (era scoppiata nel resto del Medio-Oriente la Primavera Araba), i fratelli musulmani hanno sferrato l'attacco che dura tutt'oggi. 
Starei molto attento a dire che i fratelli musulmani siano migliori del regime attuale e sarei anche molto restio a condannare Al-Assad in toto perchè paradossalmente sta impedendo ad un movimento potenzialmente pericoloso di conquistarsi un territorio importante in Medio Oriente.
Invece il Parlamento Europeo ha deliberato una risoluzione di condanna contro il regime di Damasco ed ha addirittura rimproverato l'Iran per non aver fatto altrettanto...i miei più sentiti complimenti. Ci credo che l'Iran, paese sciita, non abbia condannato il governo siriano e forse avremmo fatto bene anche noi europei ad evitare facili buonismi verso le "povere vittime del regime". Fra l'altro io mi chiedo, qualora ci fosse un intervento NATO, contro chi dovrebbero andare a combattere i nostri militari perchè la situazione è piuttosto strana, per non dire grottesca. A mio parere sarebbe meglio lasciare che Al-Assad rimanga al suo posto, almeno non è un personaggio pericoloso a livello internazionale e fra l'altro il suo regime non è dei peggiori. A favore di ciò lascio una piccola testimonianza che ho raccolto in Germania da un membro della comuntà curdo/siriana: i curdi sono un'etnia che vive fra la Turchia, la Siria, l'Iraq, e l'Armenia. Essendo una minoranza, generalmente sono perseguitati, specialmente in Turchia. In Siria invece avevano una vita molto semplice col regime di Al-Assad in quanto erano rispettati. ora, invece, per quanto mi è stato riferito da alcuni di loro ad heidelberg, i curdi sono estremamente preoccupati perchè i fratelli musulmani hanno già premesso che in caso di vittoria si sarebbero occupati anche dei curdi....e con questo penso di aver detto abbastanza.