lunedì 8 febbraio 2016

Come non morire di ricerca

Ero tornato da una settimana da un viaggio in Azerbaijan ed Armenia quando il 25 gennaio Giulio Regeni venne sequestrato e ucciso dopo barbare torture. Diversi amici miei mi hanno paragonato a lui per i viaggi di ricerca in luoghi "caldi", chiedendomi se mi fossi esposto ai suoi stessi rischi. E' un po' azzardato paragonare il mio ultimo viaggio nel Causaso Meridionale rispetto a quello fatto da Regeni, sia perchè la Transcaucasia è relativamente più sicura dell'Egitto, sia perchè ancora non sappiamo esattamente come abbia fatto a cacciarsi in determinati guai. Spero che l'amica Anita Nappo, la quale ha fatto delle ricerche in Egitto recentemente, possa spiegarci meglio da quali dinamiche Regeni possa essere stato inghiottito, ma nel frattempo io vorrei fare un commento alla situazione.
Se si va a fare ricerca fuori dall'UE in luoghi "caldi" dove sono in atto conflitti civili, interstatali o di altro genere, purtroppo bisogna mettere in conto che qualcosa potrebbe andare storto. Lo slogan per cui "è assurdo morire a 25 anni" lo devi mettere da parte se vai nel cuore dell'inferno. Lo sai benissimo.
Esistono tuttavia degli accorgimenti sui quali è necessario contare una volta che si affrontano realtà in qualche modo rischiose e qui vorrei condividere il modo con cui ho gestito la mia esperienza recente. Alcune cose possono sembrare banali, ma hanno un peso determinante e non sempre sono seguite da tutti.
1) Avere contatti fidati sul posto: in entrambi gli stati che ho visitato ho degli amici fidati coi quali ho avuto modo di esplorare delle zone dei due Paesi che effettivamente meritavano una certa attenzione. In Armenia, in particolare, grazie alla mia amica Nune ho potuto avvicinarmi al confine militarizzato col Nakechivan senza rischiare di beccare una pallottola. Lo stesso fatto che avessi il numero di cellulare di Nune mi ha permesso di presentarmi all'istituto di Geografia di Yerevan senza preavviso. Allo stesso modo ho potuto dare un'occhiata più approfondita alle basi russe della città di Gyumri grazie all'aiuto della mia amica Asya. Se non ci fossero state loro a farmi capire quali fossero i limiti, probabilmente sarei incappato in situazioni a dir poco pericolose. Anche i ragazzi dell'AEGEE di Baku mi hanno supportato nelle ricerche rendendole molto più facili e discrete rispetto ad un lavoro in solitudine. Infine, la mia amica Lala a Baku mi ha fatto un briefing iniziale durante la mia prima cena in Azerbaijan per farmi capire come muovermi al meglio.
2) Paese che vai, sim che compri: mai, mai andare fuori dall'UE e rimanere con la propria sim card nel telefono. Una delle prime cose da fare dopo l'atterraggio consiste proprio nel comprare una sim card del posto. Una chiamata di emergenza può salvarti la pelle, a volte. 
3) Fatti amiche le istituzioni: quante più istituzioni sanno che stai per visitare un paese, meglio è. Prima di partire ho avuto la premura di rapportarmi con le ambasciate dei due paesi che stavo per visitare, specialmente quella dell'Azerbaijan, e quando sono arrivato sui posti la prima cosa che ho fatto dopo il check-in in albergo è stata una visita alle ambasciate italiane, dove ho lasciato il mio numero (quello locale, non quello italiano) ed ho memorizzato quello di un alto funzionario. Mi sono messo anche in contatto con accademici ed altri personaggi che mi hanno messo in contatto a loro volta con persone che mi potessero aiutare sia nelle ricerche che in situazioni poco gradevoli.
4) Buoni rapporti con la polizia: è innegabile che una cosa del genere aiuti, ma è una questione molto delicata. Nel Mediterraneo Meridionale e nell'Europa Orientale i poliziotti non sono famosi per la loro rettitudine, per cui bisogna valutare  in base a ciò che si sta facendo se basta evitarli o è necessario farseli amici. Nel secondo caso io  cercato in primo luogo la loro assistenza in metropolitana per capire dove andare e da là ho attaccato bottone più volte per raccontare che sono italiano e che ero venuto  fare delle ricerche (in quel caso in merito alla guerra del Karabakh). A quanto pare, il semplice fatto di essere italiani aiuta....stimola una certa simpatia. In generale, la sincerità ed una dose di ingenuità di facciata contribuiscono ad apparire innocui agli occhi dei poliziotti...o almeno a me così è andata. Nel caso in cui la pratica delle tangenti sia diffusa, non far capire che lo sai: gli ufficiali potrebbero approfittarne se capiscono che sei disposto a pagarli per una qualsiasi ragione.
5) Manifestazioni pubbliche/politiche: il sito della Farnesina sconsiglia di prendervi parte, ma spesso esse sono parte cruciale di una ricerca e purtroppo pare che in una occasione del genere siano iniziati i guai per Giulio Regeni. Non ho una valida esperienza in merito, ma immagino che una volta che la polizia ha caricato, le via di fuga siano poche. Andare con un locale che conosca meglio l'ambiente urbano sarebbe già una buona idea, ma anche il seguire la faccenda da una postazione sopraelevata (ad esempio un balcone) potrebbe essere utile. La famosa foto del ragazzo che blocca un carroarmato a piazza Tienanmen venne scattata dall'alto di un palazzo, non per la strada.

                                       https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/d8/Tianasquare.jpg 

Conviene svolgere interviste allo scioglimento della manifestazione o molto prima che inizi, in modo da prevenire contatti con la polizia o altre squadre armate.
 6)  Guardia alta: mai abbassare la guardia, specialmente quando si è soli. E' facile che si finisca per dover camminare in strade o vicoli bui. In Ucraina ed in Azerbaijan recentemente mi è successo ed in primo luogo mi sono sempre guardato le spalle, pronto a correre se mi sembrava che qualcosa non andasse. A Leopoli, in particolare, una sera mi accorsi che un alcolizzato aveva iniziato a seguirmi e per fortuna, allungando il passo, me ne liberai in fretta. Conoscere delle tecniche di autodifesa è senza dubbio utile, ma esse non vanno mai usate contro la polizia.

Fino ad ora, grazie a questi sistemi, sono riuscito a cavarmela abbastanza bene, per cui mi sento di consigliare quanto scritto sia a chi va fuori per svolgere delle ricerche, sia a chi ha solo voglia di intraprendere un viaggio diverso dal solito. Il mondo è bello, ma bisogna saperlo visitare.

P.S. se hai da aggiungere altri consigli, scrivili nei commenti.